GAZZETTA DI PARMA
Bologna – Bruciava come l’inferno, il sabato dell’ultima spiaggia. Bruciava come una stagione storta, piena di errori, rabbie e amarezze. Poi, il gol di Cardone, la sera s’é fatta fresca. Dopo quello di Gilardino, ideale. A sorbirsi il caldo sono rimasti i bolognesi. E’ finita male al di là del risultato, per alcuni di loro: armati dei pesi della palestra dello stadio, gruppi di ultrà hanno cercato di sfondare i vetri a bordo campo e di attaccare briga con la polizia. La risposta è stata a base di lacrimogeni: alcuni rossoblu sono rimasti leggermente intossicati. Fuori dal Dall’Ara, a fine partita, altri lacrimogeni sono stati lanciati contro un gruppetto che aveva gettato bottiglie contro le forze dell’ordine. Ma per i gialloblu la notte era tenera. Come a Wembley 1993, nello stadio della prima mitica grande coppa. Come a San Siro 1995, con la Uefa strappata alla Juve. La posta in palio era diversa ieri. Forse ancora più alta che in passato. Al Dall’Ara il Parma si giocava una coppa chiamata domani. Bologna vicina sembra irraggiungibile fino al pomeriggio del giorno della verità. Ci vogliono litri di birra e vino e tonnellate di cori per colmare la distanza. Si beve per dimenticare una stagione, per sperare che tutto quel che deve succedere succeda in una sera. si canta per dare fiato al cuore in apnea…Il tranquillo popolo gialloblu durante la partita si ritrova a far festa. L’ingresso era stato fiducioso, l’uscita è da campioni della salvezza….